Il cavaliere che sfidò la paura
Dai banchi di scuola al castello ideale: cronaca di una rinascita personale
Mi piace un mondo divertirmi fantasticando di combattere battaglie ai margini della realtà, un po’ assurde da assomigliare a tante altre storie che raccogliamo ogni giorno un po’ qua ed un po’ là negli angoli del mondo. Perché in fondo a tanta fantasia, si nasconde sempre qualche frammento di verità.
Sono le smanie di una scommessa personale contro una difficoltà materiale e psicologica o forse solo apparente che non mi ha mai permesso di crescere secondo natura; ho finalmente imparato dall’Araba Fenice e nella difficoltà il concetto di resilienza e rinascita mi sembra più che mai adeguato. Tante le tappe finalmente raggiunte e non più relegate al mondo dei sogni.
In questo racconto, accennerò brevemente alla Nobiltà Italiana, abolita giuridicamente con l’entrata in vigore della Costituzione italiana del 1948, ma che rimane confermata per i titolati prima del 28 ottobre del 1922, i quali possono comunque mantenere parte del loro cognome nonostante giuridicamente non abbia più valore. La mia non vuole essere una rivendicazione, ma una suggestione narrativa e culturale.
Sulla scia dei sogni e nel turbinio dei miei pensieri, mi vedo catapultato in tempi lontani, in altri luoghi, dove i miei antenati vissero e manifestarono doti e capacità civili e militari a difesa delle Istituzioni Imperiali e Regie del tempo.
Sto conducendo, in effetti, una ricostruzione araldica di famiglia per saperne di più, ed intanto sfodero i miei Titoli di Studio, faticosamente conquistati nell’arco temporale della mia vita, come trofei di guerra e vittorie sul campo. Paragono ogni Titolo di Studio conseguito ad un grado gerarchico, una gerarchia araldica che inizia dal grado più basso e prosegue fino a quello più alto.
Ricordo benissimo quando conseguii il mio primo Diploma di Maturità, la fatica spesa, le notti senza sonno ed il bisogno di sfondare quella porta che per me rappresentava l’IMPOSSIBILE. Addirittura mia nonna in sogno, mi rivelò che, quel Diploma l’avrei ottenuto: perfino i miei defunti ho avuto l’ardire di scomodare!
Andò benissimo lo stesso nonostante il 36/60 ottenuto; il primo ostacolo fu superato e ne uscì un vincitore. Altro che 36! Per me rappresentò un 60 pieno e pure con lode tanto faticai per meritarlo.
Parallelamente, a quel Diploma incorniciato, secondo questa narrazione giocosa e metaforicamente creata, corrisponderebbe il Titolo di Nobile. Finalmente ottenni l’ingresso al mio castello ideale, profumo di battaglie e di rose, luminoso e orgoglioso del mio passo tenace, testardo e cocciuto. La mia battaglia iniziava ora.
Una vera narrazione giocosa stava nascendo non riuscendo più a fermare i miei cavalli e carrozze che furiosamente si scagliavano contro chi osava distogliermi dalle mie sudate vie. Nulla e nessuno ormai poteva aver parola e comando sul mio sentire e sulla mia voglia e bisogno di crescita personale, maturazione e cambiamento. Avvertivo quel bisogno naturale di restyling a tutto tondo, abbattendo pregiudizi e cose minime che trovavo ancora dentro me, perfezionando frequenze a nuovi corsi e nuove tappe sempre più impegnative.
Altri Diplomi confermarono il trofeo ormai raggiunto della nobiltà acquisita e ormai nessuno più poteva sottrarmi ciò che faceva parte di me. Uno alla volta e ognuno nella propria cornice, in bella mostra nel mio studiolo, fanno decoro e orgoglio dei miei progressi culturali.
Altre sfide mi stavano attendendo. Mi ero imposto il superamento di molti miei limiti dovuti soprattutto alla mia insicurezza e contro le mie immense paure, i miei timori psicologici, la mia innata timidezza e quel senso minimo che ho sempre attribuito alla mia persona. Dovevo combattere contro il grande Drago che, nel contempo, mi inondava di fascino e virtù, l’Università!
Dal detto al fatto raccolsi armi e coraggio sfoderando le mie migliori spade, quelle d’oro, e scudi d’acciaio a difesa dei miei innati orgogli di rivincita e riappropriazione di me stesso in contrasto netto con quel senso di inferiorità che mi ha sempre dominato. Ad ogni mio grido, una vittoria; esame dopo esame, li superai tutti ed il Titolo di Laurea triennale era ormai nelle mie mani. La mia felicità fu colma.
Il Titolo di Barone ora, lo avevo giustamente guadagnato, metaforicamente parlando, ed era altrettanto giusto dare maggior visibilità ad un prestigioso Titolo accademico con un’altra meravigliosa cornice. Ma la mia battaglia non poteva essere ancora conclusa. Dopo un anno sabbatico e di ripresa delle energie necessarie, mi scagliai contro un’altra opportunità di riscatto. La Laurea Magistrale attendeva di essere da me conquistata e vinta. E così è stato.
Dopo l’ennesima battaglia, anche questa fu conquistata ed ora brilla ed illumina la mia coscienza. Il Titolo nobiliare di Conte mi possedeva in ogni misura. L’ultima sfida, ed ultima non sia mai, un Master Universitario di Secondo livello che devo ancora conseguire ma che si fa sempre più ipotesi reale parallelamente al Titolo Nobiliare corrispondente al Visconte.
La mia è una storia sicuramente giocosa ma vuole essere un invito a tutte le persone che, come me, dal diploma di Licenza Media inferiore conseguito con la sufficienza, passo dopo passo, sacrificio dopo sacrificio, con tenacia e soprattutto amore per la conoscenza, ha combattuto e vinto resistenze e timori profondi.
Un monito per te che mi stai leggendo, sia riflessione e luce ineffabile rivelatrice di una potenza che trova respiro e armonia nel sapere umanistico e scientifico dello scibile umano non dimenticando mai che tutto è dono di Colui che è Amore e Vita.
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